La superstizione fa bene o male?

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La superstizione fa bene o male? E in che modo influenza le nostre vite?

Partiamo da un esempio pratico e prendiamo, il numero angelico 22 22, nonché numero doppio.

Con il 22 che, oltre a essere ripetuto, è anche un numero di Smith, ed è anche segno che i nostri angeli vogliano dirci che la nostra vita ha urgente bisogno di pace o armonia.

Tutti tendiamo ad avere superstizioni che influenzano molte delle nostre decisioni quotidiane. È un fenomeno universale la cui origine viene dal fondo della storia e ogni cultura ha la sua. Ad esempio, nella cultura cinese tagliarsi le unghie di notte porta sfortuna in quanto può attirare i fantasmi.

Cos’è una superstizione? Qual è il significato?

Come spiega Wikipedia, il significato di superstizione è la convinzione che un determinato fatto influenzerà in qualche modo, nel bene o nel male, un secondo fatto anche se non è stata provata alcuna relazione tra di loro.

Questo dà origine a superstizioni di buona fortuna, come un quadrifoglio, bussare al legno, incrociare le dita, lanciare monete in una fontana, esprimere desideri spegnendo una candela, ma anche di sfortuna come passare sotto una scala, vedere attraversare un gatto nero, versare sale, rompere uno specchio, aprire un ombrello dentro una stanza, venerdì 17.

La superstizione nasce da un profondo sentimento sostenuto dall’idea che certi eventi possono essere previsti e cerca nell’ambiente fattori che aiutano a prevedere cosa accadrà.

In che modo la superstizione influenza le nostre vite?

Una persona sarà tanto più superstiziosa quanto più la sua sicurezza e tranquillità si sentiranno minacciate dalla percezione che gli possa succedere qualcosa di brutto e cerca di assicurarsi diversamente.

Di conseguenza, il vantaggio psicologico più rilevante della superstizione è la fantasia di avere il controllo su diverse situazioni, che genera un senso di sollievo.

Ma per alcuni funziona anche come un meccanismo di difesa per affrontare una paura, scommettendo su quella convinzione per raggiungere un obiettivo benefico poiché in tutte le superstizioni, è implicita l’idea che con determinati comportamenti, altri possono essere previsti o evitati.

Ma quali sono i meccanismi psicologici dietro alle superstizioni?

Ci aiutano davvero o ci creano solo problemi?

Basti pensare ai rituali di alcuni sportivi prima di una partita. Questo atteggiamento non serve a “determinare una vittoria” ma aiuta lo sportivo a calmarsi e a concentrarsi. In tal caso non si parla, quindi, di superstizione.

Il rischio della superstizione c’è se genera convinzioni pericolose che consentono all’individuo di avere la sensazione di poter controllare aspetti della propria esistenza.

Esempi di superstizione pericolosi

Un esempio è quando una persona finisce per sostituire un trattamento medico che si è dimostrato efficace con un altro tipo di risorsa che mette effettivamente in pericolo la sua salute e la sua vita. Che in parte è ciò che è successo a Steve Jobs, fondatore di Apple, che ha curato il suo cancro con dispositivi pseudoscientifici. Quando ha cambiato idea e si è affidato ai trattamenti medici convenzionali, era troppo tardi.

Ma un altro esempio è considerare che una persona porti sfortuna. Questo può davvero arrivare ad annullare la persona accusata, che si trova vittima di una convinzione inesistente. Basti pensare a quanto le dicerie su Mia Martini l’abbiano resa fragile.

Un altro esempio ancora è pensare che il gatto nero porti sfortuna. Questa superstizione, ben descritta da questo articolo di GreenMe comporta ogni anno l’uccisione di migliaia di gatti neri.

Superstizione: è un bene o un male?

La superstizione può dare un senso di sicurezza e fiducia, sicuramente uno dei maggiori benefici che otteniamo emotivamente dal pensiero o dal comportamento superstizioso – come quando portiamo un oggetto per noi fortunato o quando indossiamo un capo d’abbigliamento che pensiamo ci porterà fortuna.

Tuttavia, credere troppo nella superstizione può accompagnare sentimenti di bassa autostima e scarsa autoefficacia, soprattutto se troppo facilmente la causa dei propri successi la attribuiamo a fattori esterni e non alle nostre capacità e abilità.

Secondo alcuni studi e indagini, sono le donne ad essere più superstiziose degli uomini, e i giovani più degli anziani. Anche se le variabili di personalità non sono un forte fattore di sviluppo di superstizione, vi è qualche evidenza che i più ansiosi hanno leggermente più probabilità di essere superstiziosi.

In fondo, il motivo per cui le superstizioni hanno resistito allo sviluppo del genere umano ci dice una cosa certa, che ci danno sicurezza.

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